
La Voce Della Memoria: Premiere Cinema Gaudium
[Trailer]

























La Voce Della Memoria: Premiere Cinema Gaudium
[Gallery]
È possibile visionare gli altri progetti dedicati alla Memoria, da me realizzati, attraverso i seguenti link:
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La Voce Della Memoria / Il Documentario
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Auschwitz After Auschwitz / Portfolio
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Auschwitz After Auschwitz / Video
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Una Notte Ad Auschwitz / Video
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LA VOCE DELLA MEMORIA
le competenze del sapere
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Premiere I Cinema Gaudium
12-13 & 15 Dicembre 2022
Si dice che c’è una prima volta per ogni cosa, e quella non si scorda mai, quasi sempre ti cambia la vita.
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La prima volta che sono stato ad Auschwitz, per esempio, la prima fotografia che ho scattato ritraeva un gruppo di una comunità ebraica dello stato di New York, raccolti in un rigoroso atto di preghiera corale, sofferto e sentito sia nei canti che nei volti scavati dalla Storia, la loro Storia, e dalla Memoria.
Quella foto, non posso negarlo, mi ha tolto serenità: non ero ancora pronto alla nudità del dialogo con Dio; parlo della supplica e dell’implorazione, una sorta di smarrimento, coraggio e fiducia.
Al tempo stesso, quella prima immagine mi ha immediatamente aggredito con una domanda: Perché?
Rientrato in Italia, ho scoperto presto che quell’esperienza mi aveva cambiato e non ero più in grado di riprendere la vita di sempre, di riadattarmi a una quotidianità che si volta dall’altra parte, fingendo che ciò che avevo visto non fosse mai accaduto, che non mi riguardasse. Così, non potendo fermare quella follia, non potendo salvare quelle vittime, potevo almeno far sapere, conoscere, le loro storie. Pensavo: Magari qualcuno si salverà dall’indifferenza.
Non c’è stata una foto, in questi cinque anni tra i Campi e i Memoriali della Shoah, che non mi infastidisse con dei quesiti puntualmente accompagnati da stupore e sgomento; ogni volta sono tornato lì con una domanda da fotografare, una in più rispetto alla volta precedente; sono rientrato in Italia con 500, 1000, a volte 2000 foto in più, ma sempre con una risposta in meno rispetto alla volta scorsa e troppe domande da trascinarmi dietro.
E me ne pentivo. << Ma chi te l’ha fatto fare…>> ripetevo, come un un rimprovero, a me stesso.
Però poi ritornavo tra quei ruderi, per assicurarmi che tutto fosse finito.
Per rassicurarmi.
A volte una fotografia può bastare a uscire da una situazione complicata, per questo motivo, guardando in faccia la paura e la collera della Shoah, ho cominciato a fotografare e a filmare la Memoria, le sue scelte, le sue voci, i suoi silenzi urlati nelle date e nei numeri decorati di cordoglio; l'ho fatto per salvarmi dal silenzio dell'indifferenza, incanalando tale Memoria nei miei comportamenti, per farne prima voce e poi linguaggio.
Ok non l’ho assolutamente consegnata nella mani di nessuna Giustizia, però l’ho affrontata, prima con la medicina dell’Istruzione, poi trasformando la Memoria stessa in vaccino, forse l’unica cura efficace contro l’Indifferenza.
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Per questo motivo in quei luoghi ci sono tornato, per prendere quante più domande possibili e farle diventare vostre, nostre. Lì puoi andarci anche cento volte, ma lo stato d’animo è sempre diverso, anche se tu non cambi.
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Quando decidi di dare Voce alla Memoria, come nel mio caso, devi sempre ricominciare da zero, di foto in foto, da solo o in compagnia, con una mano devi tenere stretta la tua coscienza, con l’altra devi asciugarti gli occhi o tapparti la bocca.
Dimentica ogni risposta, tieni stretto ciò che hai visto, ciò che sai, e accogli ogni domanda.
L’ho fatto nella fede di una domanda alla quale ho promesso, per una volta, una risposta:
Chi potremmo diventare se vivessimo i nostri sogni, le nostre speranze, le nostre vite?
Pensateci.
Pensiamoci.
Erasmo da Rotterdam scrive: “La guerra piace a chi non la conosce”.
Ed è una sacrosanta verità.
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Solo che, sempre nel nome di quella cultura del “Non mi riguarda”, nella guerra di tutti contro tutti, nella corsa alla scialuppa di salvataggio che ci illude di metterci in salvo mentre la nave affonda, quanta vita non vissuta ci sta sotto i nostri piedi, interessa solo a chi la vita la compiange ai piedi di una croce bianca, ai margini di una data marmorea.
Come sempre, si tratta di scegliere da che parte stare.
Scegliere se voltarci o ignorare, ammettere che ci riguarda.
Come ci riguarda l’odio mentre qualcuno ci ama, l’omofobia quando siamo eterosessuali, il femminicidio quando siamo uomini, gli esodi e le fughe dalle bombe quando siamo al bar.
Come ci riguarda la vita, quando crediamo di non avere nulla da perdere e non pensiamo che valore abbia.
Tutto ci riguarda se pensiamo a noi come esseri unici parte di una società, ma non scegliamo quasi mai, tantomeno l’ascolto e la comprensione, i semi della pace.
Io ci ho pensato molto a questa cosa e ho detto la mia attraverso questo lungo filmato che restituisce voce alla Storia e alla Memoria, come atto dovuto nei confronti di una verità sempre più vaga e lontana.
Ho deciso di dirlo adesso, che la Natura e il Tempo stanno togliendo voce alla Storia, perché è arrivato il momento di dire basta, perché a un certo punto ti accorgi che la vita e la pace sono diventati argomenti minori e ogni appello all’umanità e alla ragionevolezza cade nel vuoto.
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La Voce Della Memoria è cammino durato oltre cinque anni. Il mio primo passo è stato da analfabeta di tale Storia, della quale conoscevo i trascorsi ma non le sue confidenze.
Si può essere ignoranti riconoscendo di non ignorare.
Di viaggio in viaggio, decine di reportage, interviste, colloqui e confronti con storici ed esperti, sopravvissuti alla Shoah, al rastrellamento ebraico; persone coinvolte attivamente, ogni giorno, nella tutela e diffusione della Memoria della Shoah, seminari e incontri-confronti co studenti e studentesse, docenti e studiosi, la Storia e la sua Memoria sono diventati strumento, idioma, pensiero, idea e ideale. Competenza. Missione.
Una missione fortemente voluta da me, sostenuta da molti, accolta da tantissimi; come la grande famiglia del Cinema Gaudium di Palermo, che sin da subito ha creduto in questo progetto, supportandolo e contribuendo a fare, di esso, strumento di sapere e riflessione nel modo più solenne possibile: la proiezione sul grande schermo.
Onore e soddisfazione che echeggiano come una vetta raggiunta, dalla quale scorgo un orizzonte di ricerca e divulgazione sempre più nitido e condiviso.
Alla fine sono sempre il coinvolgimento, le energie, la condivisione, il sostegno di tanti che rendono possibili progetti apparentemente impossibili.
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Così, nei giorni 12, 13 e 15 Dicembre, la sala principale del Cinema Gaudium si è riempita dei volti assorti, degli occhi curiosi, dei silenzi intrisi di sensibilità e partecipazione degli studenti e delle studentesse dell'I.P.S.S.E.O.A. "Pietro Piazza" di Palermo, che nei mesi scorsi hanno partecipato attivamente alle riprese del Documentario, apportando un contributo notevole, odoroso di presente e voglia di fare la giusta scelta.
Credere nei giovani, sprigiona in loro capacità e fiducia. Dare fiducia ai giovani prova le capacità e le competenze.
Con le proprie idee e la fede nella condivisione, hanno percorso quel sottile quanto invisibile sentiero che va dalla trasmissione dei saperi alla costruzione di essi, trasformandosi in solidi eredi e custodi della Memoria, detentori di una competenza incorruttibile: la Scelta, competenza per eccellenza, propria di chi vuole costruire un presente forgiato sull'amore e l'inclusione.
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Proprio tali competenze (l'Istruzione, l'opinione, la volontà di pensiero, la scelta), lontane da qualsiasi concetto logistico di capacità tecnica e palesate nella curiosità e nella ricerca, si sono mostrate e dimostrate come linguaggio corale, utilizzato con sensibilità e responsabilità per fare, del Passato, un mezzo di riflessione, della Storia un linguaggio comune, della Coscienza uno strumento di costruzione.
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Quella prima foto scattata alla comunità ebraica di New York ad Auschwitz ancora chiede risposte.
Certe domande, come l’amore, a volte richiedono del tempo prima di essere capite. Pensate un po' quanto tempo ci vorrà prima di arrivare a una risposta. Non smettere di porci domande è l’unica via per capire da che parte stare.
Si dice che c’è un’ultima volta per ogni cosa, solo che non sapremo mai quand’è l’ultima. Mi piace credere che un giorno sapremo che c’è stata l’ultima volta che qualcuno ha odiato qualcuno e stavolta, almeno per una volta, non dovremo impiegare molto tempo per rendercene conto.
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Come sempre, si tratta di scegliere.
Giuseppe Mazzola
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