Mentre tutto il Mondo è fuori.
Un giorno, in uno dei miei reportage ad Auschwitz, mi sono ritrovato da solo con un uomo spagnolo e il suo piccolo figlio nella Camera a Gas antistante il Crematorio del Lager. Eravamo solo noi tre e a farci compagnia in questo cammino, una reflex, una carrozzella e un peluche di Winnie The Pooh. Ho spiegato e consigliato quale percorso fare per comprendere la dinamica e il funzionamento di quel luogo di morte. Allora l'uomo mi ha chiesto se potessi dare un'occhiata a suo figlio mentre lui seguiva il mio consiglio.
Rimaniamo da soli io e il piccolo, con la reflex, la carrozzella e Winnie The Pooh. Io immobile nel mio debito con la storia, lui gattona nell'innocenza che gli restituisce quelle mura come un campo di gioco. Pochi istanti... che decine di anni fa lì ci sarebbe stato un mondo ridotto a fumo e a cenere; e adesso, che ci siamo dentro noi, pieni di frasi sospese e di futuro, o stiamo immobili o viviamo.
Mentre tutto il mondo è fuori, mentre tutto sembra rimanere uguale, cambiamo noi, su ciò che resta, sull'uso e sulla sorte di quello che teniamo.
Ieri qui eravamo nulla, delle brutte scelte, morti prima di morire. Oggi siamo dubbi emersi e non ascoltati, privilegi di noia di passaggio, giocatori per caso.
La Storia è fatta anche di paradossi.
Come la sorte. L'ironia della sorte.
Giuseppe Mazzola
